Stefano Signorini

Fotografo

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IN MOUNTAIN BIKE SULLA NEVE

di Paolo Crivellaro, foto Stefano Signorini

Andare in mountain-bike sulla neve è veramente un’esperienza entusiasmante sia per la particolarità del paesaggio in cui ci si immerge sia per la diversità di “rumore” che si sente sotto le ruote rispetto a quello classico in un sentiero fuoristrada.

Le foto che vedete sono state scattate in una splendida giornata di sole sui Monti Lessini a Verona, nel tratto tra Bocca di Selva e il rifugio Podesteria.

Andare con la mountain-bike classica sulla neve non è così difficile come potrebbe sembrare a prima vista. Fondamentale è avere delle coperture ben tassellate e soprattutto del tipo con i tasselli centrali di tipo non continuo. Inoltre i freni devono essere a disco e non a pattini sul cerchio perché una volta che questi si è bagnato e riempito di neve saranno inservibili.

Altra cosa importante naturalmente è il tipo di neve che si andrà a calcare. Questa deve essere compatta e per questo è preferibile scegliere degli itinerari che vengono battuti per le escursioni a piedi o con le ciaspole. Inoltre se lo strato superiore del manto è anche un po’ ghiacciato questo fa sì che, cedendo sotto il nostro peso, offra quella aderenza ai tasselli della gomma quasi come se si fosse su un sentiero sterrato. Per trovare questa situazione l’ideale è cominciare l’escursione il mattino abbastanza presto quando il sole ancora non “molla” lo strato superficiale del manto nevoso. In questa situazione si riesce anche a fare parecchio “fuori pista” perché, equilibrando bene il peso sulla bicicletta, si riescono a fare dei lunghi tratti in discesa senza affondare la ruota anteriore, cosa che può portare anche al ribaltamento in avanti. Poco male vista la morbidezza dell’atterraggio. I tratti più difficoltosi sono sicuramente quelli in salita perché solitamente più rovinati dagli escursionisti a piedi o con le ciaspole, in quanto viene proprio a mancare il grip necessario ai tasselli della ruota posteriore.

Per chi desidera invece andare su qualsiasi tipo di neve esistono in commercio dei copertoni chiodati per qualsiasi situazione di neve o ghiaccio variando la quantità e la lunghezza dei chiodi come i prodotti per esempio della ditta Schwalbe.
http://www.schwalbe.com/gbl/en/bicycle/specials/produktgruppe/?ID_Produktgruppe=45
o della ditta Nokian
http://www.suomityres.com/winter.html.

Un altro prodotto adattissimo per procedure ovunque sulla neve è questo particolare accessorio prodotto dalla ditta Ktrak (www.ktrakcycle.com) che prevede il montaggio di uno sci al posto della ruota anteriore e di una specie di cingolato al posto della ruota posteriore. Molto interessante e probabilmente anche molto divertente. Le foto in movimento che vedete in questa sezione sono state scattate con la macchina fotografica, dotata di fish-eye, posizionata sul torace di Stefano e bloccata con un elastico. Gli scatti avvenivano tramite un radiocomando che tenevo io nella mano.

Con una piccola compatta posizionata sul casco abbiamo invece effettuato dei video vista la difficoltà di poter effettuare degli scatti in quella posizione.

Per concludere vi invitiamo a provare questa esperienza un po’ diversa ma sicuramente divertente e fate vedere le vostre foto ad amici e colleghi. Un po’ di invidia sicuramente la susciterete.

Tecnica di ripresa:

Come sempre quando si fotografa sulla neve è meglio non affidarsi agli automatismi della fotocamera ma è consigliabile misurare preventivamente l’esposizione e fare qualche scatto di prova visionandolo sul display in modo da giudicare inquadratura ed esposizione. Io ho impostato la chiusura del diaframma ad f/22 e la messa a fuoco ad un metro per aumentare al massimo la profondità di campo, estendendola così da pochi centimetri fino all’infinito, grazie anche al fatto che è stato impiegato un 16 mm fish eye. La fotocamera era attaccata alla tracolla originale e mantenuta aderente al torace con un grosso elastico.

Dati tecnici: fotocamera Nikon D700, obiettivo Zenitar fish eye 16 mm, radiocomando YongNuo. Le foto sono state scattate ad intervalli quasi regolari dall’amico sull’altra bicicletta in modo da non staccare mai le mani dal manubrio evitando così spiacevoli cadute, vista la scivolosità del terreno ed il valore della fotocamera impiegata: successivamente è stata fatta una selezione degli scatti eseguiti.


Articolo pubblicato sulla rivista FOTOGRAFARE di Gennaio 2011.



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