Ricordate ai vecchi tempi quando ci dovevamo portare la reflex a pellicola nello zaino per poi montarla con robuste staffe sulla bicicletta se volevamo ottenere qualche foto interessante, magari che ci desse il senso di movimento e dell’azione? La reflex con un’ottica anche compatta pesava abbastanza da non permetterci di fare molte evoluzioni con la bici in quanto ci sbilanciava in modo considerevole, soprattutto se montata sul mozzo anteriore. E poi come dicevamo, portarsela dietro durante un’uscita in mountain bike non era certo una passeggiata! Scattavamo un paio di rulli con un comando a distanza (con il filo!), poi tronavamo a casa e dovevamo svilupparli prima di capire se avevamo ottenuto qualche scatto interessante… pena ritornare in bici e correggere gli errori fatti. Vecchi tempi! Ora c’è la GoPro!
Questa ormai mitica action-camera viene venduta in più varianti, anche se limiterei la nostra scelta alla Hero 2
o alla Hero3 Black Edition, entrambe fornite con una serie pazzesca di accessori che ci consentiranno di montarla
dove e come vogliamo. Questa piccolissima e leggerissima video-fotocamera è stata studiata apposta per entrare
assieme a noi nell’azione ed effettuare foto e video dai punti di ripresa più interessanti ed impensati: direi
che il limite è posto solo dalla nostra fantasia e dalla nostra abilità come atleti! Eh si perché quasi sempre
saremo noi i soggetti principali delle nostre riprese e peccheremo sicuramente di protagonismo ma così è … se vi pare!
A proposito, in questa sede parlerò solo di fotografie fatte con le GoPro versioni Hero 2 ed Hero 3 Black Edition.
Come scrivevo sopra, ce le possiamo tranquillamente portare appresso sulla nostra mountain bike e continuare a fare
sport senza problemi: 2 etti non fanno certo la differenza e vi garantisco che, trasportati dentro una tasca o montati
sulla bici, non si sentono proprio!
Premetto che farò delle considerazioni originate dall’esperienza diretta sul campo, dopo decine di migliaia di scatti, ma non da test scientifici! Non considererei altri modelli di Go Pro, in quanto meno performanti. Io, a distanza di alcuni mesi, ho comprato prima la Hero2 e poi la Hero3, così ho potuto costatare le differenze qualitative, sempre riferendomi alla resa fotografica! La qualità fotografica della Hero3, essendo uscita successivamente alla Hero2, in virtù di una risoluzione di 12 megapixel contro gli 11 del vecchio modello, è, in generale, superiore. Infatti, se in condizioni di luce ottima la nitidezza dei files immagine prodotti dalle due fotocamere è del tutto paragonabile, in condizione di luce più scarsa la Hero3 mostra molto meno rumore. L’obiettivo di quest’ultima è anche più corretto per la distorsione e soprattutto per la fotografia subacquea, pur mantenendo una copertura molto grandangolare (circa 170°, sulla diagonale). Ma la Hero3 secondo me è veramente innovativa per l’utilizzo ed il controllo completo attraverso il trasmettitore wi-fi in dotazione oppure il nostro smartphone con il quale possiamo anche controllare l’inquadratura, dopo aver scaricato l’apposita applicazione dal market Google Play o da App Store. E poi ha anche la possibilità di scattare per 3 secondi a 10 foto al secondo, funzione che io ho utilizzato molto spesso per realizzare le foto di questo articolo. Tutte le foto in sequenza, compresa quella in apertura, sono state appunto scattate con l’impostazione di 30 foto in 3 secondi con la Hero3 posizionata a terra ed azionata con il comando remoto wi-fi fissato sul manubrio della mia bicicletta. Un consiglio sull’utilizzo della GoPro Hero2: non scattate mai con la fotocamera senza il suo case. Sembra che la lente curva della custodia faccia parte del gruppo ottico della fotocamera in quanto senza questo elemento i bordi delle immagini perdono parecchio in definizione: provare per credere! Non ho riscontrato questa particolarità con la Hero3. Piccolo dettaglio, la Hero3 consuma la batteria in modo esponenziale rispetto alla Hero2, infatti su quest’ultima la carica dura anche per più sedute di sole foto mentre con la nuova si rischia di non finire le foto senza prima aver finito la batteria, soprattutto se si utilizza il wireless! La comodità si paga in termini di dispendio di energia! E’ consigliabile portarsi una batteria di scorta per la GoPro ed anche una del cellulare. La Hero3 ha rivelato alcuni problemi di affidabilità bloccandosi sul più bello e costringendomi a togliere la batteria per il ripristino. Purtroppo ho dovuto sostituire in garanzia anche due fotocamere Hero3 per difetti di fabbricazione (blocco della fotocamera, anomalie nel conteggio dei fotogrammi, difficoltà nel cambiare impostazioni e malfunzionamento del WiFi).
Gli accessori in dotazione ed anche acquistabili separatamente consentono di montare la GoPro praticamente in qualsiasi punto della nostra bicicletta e, con un po’ di improvvisazione e di fai da te, anche sul nostro corpo o sul casco, considerata la leggerezza dell’insieme fotocamera-supporto. In particolare consiglierei l’acquisto dei seguenti accessori non compresi nei Kit normali: montante per manubrio/sella/barra, supporto di montaggio per treppiedi. Per quanto riguarda altri supporti per il corpo, il casco o altre parti della bici, ne possiamo anche fare a meno ingegnandosi un po’ con un grosso elastico, con i montanti adesivi o con delle staffe autocostruite in alluminio e fissate al telaio della bici con delle fascette o addirittura con il nastro adesivo: non c’è limite alla creatività! Ripeto ancora una volta, la leggerezza e le ridotte dimensioni della GoPro la rendono adatta a qualsiasi montaggio sulla nostra bici e poi non preoccupiamoci di eventuali cadute od urti perché è quasi indistruttibile: a me è caduta da un’altezza di circa 40 metri mentre era in volo sul mio drone e si è solo rotto solo uno dei due supporti in plastica del case! In compenso il drone era letteralmente spiaccicato al suolo!
Sfogliando alcune riviste specializzate di MTB sono rimasto affascinato dalle foto di salti o di altre acrobazie di bravissimi e spericolati bikers, dove il soggetto veniva ripreso più volte sullo stesso fotogramma nelle varie fasi dell’acrobazia. Trovo questo effetto molto spettacolare ed adatto a far vedere nei dettagli l’evolversi di un’azione, soprattutto se questa si svolge in un brevissimo lasco di tempo, come un salto o un altro tipo di acrobazia che il nostro occhio non riuscirebbe a cogliere nelle varie fasi. Non essendo in grado di fare dei gran salti con la mia mountain bike, ho trovato molto divertente riprendermi mentre facevo impennate (cosa che riesco a fare agevolmente) o mentre pedalavo su un sentiero per far vedere il percorso. Durante l’esecuzione di questi scatti il wi-fi remote si è rivelato veramente un accessorio fondamentale perché mi ha consentito di iniziare la raffica di foto proprio nel momento in cui entravo nell’inquadratura, che avevo preventivamente studiato attraverso lo smartphone, con l’applicazione GoPro. Ho parlato di raffica di foto in quanto per queste riprese ho quasi sempre utilizzato la funzione della GoPro Hero3 che permette di scattare 30 foto in tre secondi e quindi con una cadenza di 10 foto al secondo. Non esagero quando vi racconto che in una sessione di un’oretta ho scattato più Con l’ausilio di un grosso elastico si può fissare la GoPro sul petto ed ottenere immagini molto spettacolari che danno la sensazione a chi guarda di essere in bicicletta, a mio avviso questo punto di vista è meglio di quello dal caschetto che produce un’inquadratura troppo alta! di 2000 foto! Poi la GoPro si è scaricata e mi ha lasciato … in bici e basta! La selezione è meglio farla con un programma tipo Bridge che ci permette di visualizzare molti files in contemporanea e di confrontarli per scegliere le sequenze migliori e poi lavorarle con Photoshop.
Fatta la scelta del gruppo di immagini che ci sembra riuscito meglio, apriamole tutte in Photoshop, poi, tenendo come sfondo la prima, selezioniamo il nostro soggetto sulla seconda, lo incolliamo sulla foto di partenza e con lo strumento gomma togliamo tutto quello che si sovrappone al soggetto della prima foto. Ripetiamo questa operazione fino a terminare la nostra sequenza e scegliamo tanti soggetti quanti ci sembrano necessari per creare una bella foto-sequenza ci sembreranno opportuni per creare una bella foto-sequenza: a volte ne bastano 3, altre 8 o più, non c’è limite! Nella foto a lato ho badato a non sovrapporre il ciclista, facilitando molto l’operazione di fotomontaggio, mentre nella foto di apertura, la sovrapposizione del ciclista mi ha costretto ad un lavoretto più approfondito con Photoshop.
L’effetto mosso è sicuramente uno dei più interessanti perché da l’idea della velocità e ci fa risaltare il soggetto sullo sfondo mosso, però la GoPro sembra fatta per evitare il mosso: anche in condizione di luce scarsa fornisce buoni risultati di nitidezza e non c’è possibilità di intervento manuale. Pertanto se vogliamo il mosso dobbiamo usare la GoPro nel bosco dove la luminosità è di parecchi valori EV più bassa che all’aperto oppure verso sera. In queste condizioni la GoPro imposterà tempi più lenti che ci daranno l’effetto mosso desiderato.
La prima immagine è stata scattata di sera con la fotocamera fissata sul pedale della bici, con una lampada a led accesa in direzione del pneumatico e facendo ruotare la bici velocemente attorno a me come una giostra, tenendola dal manubrio. L’effetto che volevo ottenere era un movimento traslato rispetto alla normale direzione della bici come se si trattasse di una caduta! Vi assicuro che non è stato facile roteare per alcuni giri mantenendo l’equilibrio! Nel secondo caso la GoPro era fissata sul mio petto con un grosso elastico ed era impostata con uno scatto ogni 2 secondi con intervallometro, la velocità non era eccessiva ma la scarsa luminosità del sottobosco ha garantito un efficace effetto mosso.
Per ottenere questo effetto, scusate l’ovvietà, ci vogliono le pozzanghere! E, credetemi, in natura ci sono solo dopo un’abbondante pioggia e trascorso al massimo un giorno non se ne trovano più tante. Quindi, dopo il temporale, montiamo subito in sella, salendo sui monti alla ricerca delle pozzanghere. E’ chiaro che nostra moglie non sarà molto comprensiva delle motivazioni che ci hanno spinto a tornare a casa tutti sporchi di fango peggio dei nostri bambini! Si possono ottenere buoni risultati montando la fotocamera sulla bici magari vicino al mozzo posteriore come nella foto centrale oppure sul petto o, perché no, appoggiandola all’interno della pozzanghera stessa. Lo scatto può essere eseguito con intervallometro oppure col comando Wireless.
E’ chiaro che le impennate bisogna saperle fare, e non ci si può improvvisare in questo tipo di acrobazia senza avere un buon allenamento generale ed un discreto senso dell’equilibrio; non sembra ma con questo tipo di attività si usano molto le braccia ed i muscoli dorsali. Consigli tecnici: utilizzate sempre il caschetto protettivo e fate le impennate fuori dalla strada dove potreste creare pericolo ad altri veicoli e dove le eventuali cadute avrebbero conseguenze peggiori. Tenete sempre due dita sulla leva del freno posteriore in modo da azionarlo prontamente per evitare di capottare, bloccate l’ammortizzatore della forcella anteriore e mantenete in rotazione la ruota davanti per garantire maggiore stabilità grazie al suo effetto giroscopico. Per quanto riguarda le foto, io ho ottenuto buoni risultati sia posizionando la GoPro per terra inclinata verso l’alto e poi passandoci vicinissimo (senza schiacciarla!) oppure installandola sul mozzo posteriore o su quello anteriore: si fanno molti scatti e poi si scelgono i migliori.
Se provate a cimentarvi in qualche impennata o salto e non ci chiamiamo Brumotti e magari abbiamo una certa età (come il sottoscritto!), non crediate di cavarvela senza qualche caduta. Le foto a lato sono state impietosamente scattate dalla GoPro montata sotto il mozzo anteriore durante una mia caduta mentre cercavo di fare un’impennata sulla ruota anteriore, per fortuna senza conseguenze anche perché mi trovavo sullo sterrato. La GoPro scattava con intervallometro impostato su mezzo secondo.
Interessantissime inquadrature si possono ottenere tenendo la GoPro in mano e fotografando verso il basso, magari inquadrando anche la nostra ombra come nella foto qui sotto. Oppure possiamo appoggiare la fotocamera sul terreno con attivato l’intervallometro per poi vicino cercando di non colpirla e cimentandoci in qualche peripezia: non vi dico cosa è successo e dove sono finito una frazione di secondo dopo che sono state scattate alcune delle foto che vedete qui sotto!
Quando facciamo impennate, sia sulla ruota posteriore che su quella anteriore, ricordiamoci di bloccare l’ammortizzatore anteriore in modo che non affondi quando siamo con tutto il peso sulla ruota davanti: per rimanere in equilibrio freniamo bruscamente l’anteriore rilasciando gradualmente il freno in modo da prolungare il più possibile l’impennata. Quando invece siamo impennati sulla ruota posteriore teniamo sempre due dita sulla leva del freno posteriore pronti ad azionarlo non appena il peso si sposta troppo all’indietro, in modo da evitare il capottamento. Facciamo in modo che la ruota anteriore giri il più possibile: l’effetto tipo giroscopio (quello della trottola!) contribuirà a bilanciarci lateralmente.
Mi chiederete perché ho voluto cimentarmi in tutti questi autoscatti? Perché non ho fotografato qualche amico? Ma perché non è facile coinvolgere altri in un progetto così particolare e perché non crediate che le riprese siano veloci e soprattutto di facile realizzazione: quando si esce in bici e si fanno foto di questo tipo non si fanno molti km e non volevo farmi odiare da qualcuno! E poi ammettiamolo, far da sé da soddisfazione ed è una sfida e poi diventiamo anche i protagonisti, cosa vogliamo di più! Infine la scelta della action-camera per eccellenza, la GoPro, è stata fatta perché ho constatato che, al di là della pubblicità che ne viene fatta, è veramente un fotocamera valida, con un’ottica ultragrandangolare (che a me piace un sacco!) e che ci può regalare scatti di qualità sufficiente per fare un ingrandimento fino al 35x50. Scusate se è poco per una fotocamera così microscopica!
RINGRAZIAMENTI: ringrazio gli amici Francesco e Nicola del negozio Foto RCE di Verona per il supporto tecnico e l’amico biker Crivellaro Paolo per il supporto morale.
Articolo pubblicato sulla rivista FOTOGRAFARE di Maggio 2013.
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