Stefano Signorini

Fotografo

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PANORAMI IN MOVIMENTO

Le fotocamere panoramiche rotanti vengono di solito usate su cavalletto con soggetti statici (panorami), ma possono essere utilizzate anche a mano libera con soggetti in movimento, con risultati sorprendenti e affascinanti.

Da sempre sono appassionato di fotografia panoramica tanto che nel 1997 mi sono costruito una fotocamera rotante con trascinamento motorizzato della pellicola con la quale ho fatto molti esperimenti e molti rullini! Poi ho cominciato ad utilizzare programmi per computer specifici che consentono di creare panorami con unione di più fotogrammi e con questi ho realizzato molte foto panoramiche della città di Verona e del Lago di Garda ed alcuni importanti lavori su commissione. Ma alla fine ho ceduto alla tentazione ed ho acquistato una fotocamera panoramica Roundshot 28-220 e da quel momento sono entrato veramente in un altro mondo dal quale non sono più uscito: è troppo bello! E’ vero che con il digitale si possono unire i fotogrammi in modo perfetto per creare delle foto panoramiche uguali a quelle che si fanno con la Roundshot ma con quest’ultima si fanno foto impossibili anche per il più sofisticato dei programmi!

FOTOCAMERA ROTANTE O UNIONE DI FOTOGRAMMI?

La Roundshot impressiona pellicola 120 e forma dei fotogrammi larghi 6 centimetri e lunghi quanto si vuole anche un metro! Questo significa che può compiere più di un giro su se stessa impressionando un unico fotogramma dove comparirà più volte lo stesso soggetto senza soluzione di continuità! Se non c’è soluzione di continuità si possono fotografare soggetti in movimento senza particolari problemi anzi creando un panning tutto particolare, realizzabile solo con una fotocamera ad ottica rotante. Con l’unione dei fotogrammi non sarà possibile realizzare foto con soggetti in movimento poiché i programmi funzionano solo con fotogrammi che si possono unire perfettamente tra loro: nel caso di soggetti in movimento questi ultimi apparirebbero più volte nella scena senza creare la spettacolare “scia” ottenibile invece con la fotocamera rotante. In questo specifico settore la pellicola non è stata ancora battuta dal digitale che utilizza programmi di unione di fotogrammi!

LO SCATTO PANORAMICO

Come accennato sopra il funzionamento della fotocamera rotante Roundshot è completamente diverso dalle altre fotocamere sia tradizionali che panoramiche. Nel caso della Roundshot tutta la fotocamera ruota su se stessa e al suo interno la pellicola scorre in senso opposto e quando si fa un’esposizione la nostra scena viene ripresa attraverso una fessura che fa una specie di scansione a 360 gradi. E’ proprio questo suo modo di esporre la pellicola che crea delle immagini uniche nel loro genere con una deformazione tipica a barilotto, dovuta al fatto che le foto nascono cilindriche e poi vengono raddrizzate per la stampa (se noi le osserviamo riposizionandole in modo cilindrico esse ci appariranno normali). Se il soggetto si muove attorno alla fotocamera esso apparirà allungato se si muove nello stesso senso (orario) oppure viceversa accorciato se si muove in senso opposto (antiorario). Occorre fare un po’ di esperienza ma poi i risultati non mancheranno di stupirci e stupire gli altri.

LA ROUNDSHOT IN GIOSTRA!

Installate una fotocamera rotante su una giostra, fate ruotare in senso antiorario la giostra con due bambine sedute al suo interno ed il gioco è fatto! In questo modo ho realizzato un foto che ha avuto un riscontro in campo internazionale nel 2005: ho infatti vinto il concorso internazionale “speed motion life” organizzato dalla Seitz, casa svizzera costruttrice della mitica Roundshot, con la foto intitolata “The merry go round”. Dopo che la foto è stata pubblicata in internet ho ricevuto svariate richieste di spiegazioni di come la ho realizzata. Ecco spiegato il trucco: innanzitutto occorre una fotocamera rotante che sia in grado di effettuare una esposizione di almeno 360°, dico almeno perché la foto che ho scattato è di ben 700°, cioè poco meno di 2 giri di fotocamera. La fotocamera è stata installata sulla giostra con una staffa snodabile Manfrotto e dei morsetti e l’inquadratura è stata controllata “ad occhio” in quanto la Roundshot 28/220 non possiede mirino ottico. Le bambine sono state fatte sedere sulla giostra di fronte alla fotocamera e poi lo scatto è stato azionato con un temporizzatore: diaframma f/22 e tempo di 1/15. Da tener presente che lo scatto di 1/15 di secondo con una rotazione di 720 gradi è durato la bellezza di 42 secondi durante i quali le bambine sono state fermissime mentre io e il mio amico Roberto Coronato (padre di Alessia e Francesca) giravamo la giostra a più non posso! Una curiosità: la giostra deve girare in senso antiorario altrimenti si ottiene un effetto mosso molto diverso e, ultimo dettaglio, per la riuscita dello scatto ho utilizzato 10 rulli di pellicola 120 e due mezze giornate di studi e tentativi! Ma alla fine il gioco è valso la candela in quanto mi ha permesso di conquistare il primo premio al concorso organizzato dalla Seitz e di vincere un’altra fotocamera Roundshot 28/220 colore Champagne e con il mio nome inciso sopra!

LA TECNICA

La tecnica sarebbe di per sé molto semplice e cioè basta portare con noi la fotocamera e scattare durante il nostro movimento, sciando, andando in bicicletta, pattinando, ecc. Il problema è che stiamo portando una fotocamera che pesa quasi 2 Kg., che ruota su se stessa durante l’esposizione e che costa quasi 4000 Euro! Quindi non possiamo rischiare di cadere! Per quanto riguarda il funzionamento della Roundshot occorre precisare che i tempi di scatto non corrispondono a quelli che siamo abituati ad usare sulle fotocamere con otturatori tradizionali. Con la Roundshot i tempi di scatto, che sarebbe più indicato chiamare di rotazione, hanno durate diverse dai valori con cui vengono indicati, che in realtà indicano solo la quantità di luce che va a colpire la pellicola. Degli esempi chiariranno meglio questo concetto: il tempo corrispondente ad un 1/500 si concretizza con una rotazione di 360° che ha la durata di 0,7 secondi, un tempo di 1/60 si fa con una rotazione della durata di 6 secondi, il tempo di 1/15 con una rotazione di 360° ha la durata di 21 secondi, e così via.

Foto nel dettaglio

Per ogni tipologia di sport occorre tenere o installare la fotocamera in modo diverso:

SUGLI SCI
Foto N. 1: per realizzare la foto n. 1 (Tra le gambe), ho portato con me la fotocamera mentre facevo una discesa con gli sci da fondo, tenendola rovesciata con una mano e scattando con un tempo relativamente lento (1/30) ed ho cercato di inquadrare la mia ragazza che mi seguiva a breve distanza.
Esposizione di circa 400° e vari tentativi.
Foto N. 2: la fotocamera è stata agganciata ad una prolunga telescopica di alluminio lunga circa 3 metri ed è stato utilizzato uno scatto elettrico altrettanto lungo. Ho fatto un’unica esposizione di oltre 1400 gradi e cioè 4 giri di fotocamera per poi utilizzare la porzione migliore corrispondente a circa 400 gradi.
Foto N. 3: ho tenuto la fotocamera in mano facendola ruotare verticalmente: ho iniziato la discesa con gli sci dopo che avevo già esposto la parte superiore del fotogramma (più nitida).

SULLA BICICLETTA
Foto N. 4: bicicletta da corsa, la fotocamera è stata installata sul tubo centrale del telaio con un morsetto. Autoscatto. 270°.
Foto N. 5: mountain-bike. Fotocamera installata sul casco (la cosa non è per niente semplice soprattutto per il peso della fotocamera che poi gira proprio davanti al nostro naso!. Tempo di 1/15 e tanti scossoni!
Foto N. 6: discesa pericolosa! Fotocamera installata davanti alla ruota anteriore con una doppia staffa autocostruita.
Ho scattato con la mano sinistra tramite un pulsante agganciato alla manopola sinistra. Attenzione a non cadere!
Foto N. 7: la fotocamera è installata sul lato destro della ruota posteriore utilizzando dei morsetti ed un braccio snodabile. 400° di rotazione.
Foto N. 8: impennata. 270°. Alcuni tentativi e molto sangue freddo. Forse la foto più rischiosa!

SULLE GIOSTRE
Foto N. 9: vedasi spiegazione al capoverso “la Roundshot in giostra”.
Foto N. 10: Sulla giostra. Durante la rotazione della giostra ho tenuto la fotocamera con il braccio allungato ed ho scattato cercando di rimanere fermo. Tutto ruota intorno a me!

SUI PATTINI
Foto N. 11, N. 12 e N 13: Qui occorre saper pattinare e scattare tenendo la fotocamera il più avanti possibile, magari con la collaborazione di alcuni amici.

SUL MOTOSCAFO
Foto N. 14: Vi assicuro che rimanere in equilibrio sulla punta del motoscafo in piena velocità non è poi così facile!


Foto N. 1

Foto N. 2

Foto N. 3

Foto N. 4

Foto N. 5

Foto N. 6

Foto N. 7

Foto N. 8

Foto N. 9

Foto N. 10

Foto N. 11

Foto N. 12

Foto N. 13

Foto N. 14

CONCLUSIONI

E’ una sfida! Ormai è da 27 anni che continuo a fotografare e a sperimentare tecniche nuove, magari anche costruendomi degli accessori appositi, ma la fotografia panoramica di movimento esercita su di me un fascino tutto particolare: è un tipo di fotografia che si discosta moltissimo da quella tradizionale e le foto sono spesso poco prevedibili se non dopo molti tentativi. Le foto scattate mentre ci muoviamo assieme alla fotocamera trasmettono una sensazione di movimento e di panning non ottenibili con altre fotocamere; le foto create con effetto foto-finish rappresentano l’essenza del movimento: il soggetto viene isolato dalla scena circostante che si trasforma in una serie di scie colorate.
Per fare questo tipo di fotografie occorre per forza di cose impiegare una fotocamera rotante a pellicola che permette di scattare foto a 360° e oltre e non si possono creare utilizzando l’unione digitale dei fotogrammi.
Insomma sembra proprio che la pellicola in questo caso ne esca vincitrice sul digitale, ma ancora per poco, fino a quando non saranno disponibili fotocamere rotanti digitali che siano anche trasportabili.


Articolo pubblicato sulla rivista FOTOGRAFARE di Settembre 2006.



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